Il bot di OpenAI supera Google nel crawl del web: impatti su SEO e content marketing

Blog, Web news

Il “bot-raccoglitore” della OpenAI supera Google crawler: cosa significa per il web e il digital marketing

Secondo una recente analisi condotta su circa 5 milioni di siti web, il crawler del “bot” della OpenAI — indicato come GPT Bot — ha raggiunto circa 4,4 milioni di siti, ossia una copertura dell’88 %. Nel confronto, il crawler di Google si è fermato a circa 3,9 milioni di siti, pari al 78 %.

Cosa significa concretamente

  • Un crawler è il software che “scansiona” il web per raccogliere pagine e indicizzarle: i motori di ricerca, ma anche i sistemi di AI che apprendono dal web, dipendono da questi dati.
  • Se il bot di OpenAI ha una copertura più ampia, significa che potenzialmente può “leggere” più pagine, più contenuti — e di conseguenza alimentare meglio modelli di intelligenza artificiale, motori di risposta, sistemi di generazione contenuti.
  • Per chi fa digital marketing, SEO, content marketing e gestisce siti web, questo cambiamento apre nuove domande: quali crawler autorizziamo? Quale visibilità avranno i nostri contenuti? Come cambieranno gli algoritmi di indicizzazione e di generazione AI?

Implicazioni per il marketing e il blog aziendale

  1. Visibilità dei contenuti: se il bot di OpenAI “vedrà” più pagine, i contenuti del vostro sito (come quello aziendale) potrebbero essere usati non soltanto per la classica indicizzazione in motori di ricerca, ma anche per alimentare risposte generative o sistemi di AI. Occorre quindi assicurarsi che i contenuti siano accessibili, leggibili, correttamente taggati, ma anche che la licenza e le policy del vostro sito siano chiare.
  2. Controllo dei bot e crawler: diventare consapevoli che non solo Google “scansiona” il sito è fondamentale. Potreste voler decidere se consentire o meno l’accesso al crawling da parte di bot AI – ad esempio tramite robots.txt, meta-tag o altri controlli.
  3. Contenuti di qualità e originalità: in un contesto in cui più crawler leggono più pagine, il rischio di “contenuti duplicati”, scarsa indicizzazione o di essere “usati” per generare risposte AI senza ricevere visibilità diretta diventa reale. Aumentare l’unicità, l’autorevolezza e la struttura semantica del contenuto diventa ancora più importante.
  4. Strategia SEO e contenuti “AI-friendly”: il marketing digitale deve ora tenere in considerazione non solo le regole classiche della SEO (parole chiave, link, velocità del sito), ma anche come il sito viene interpretato da modelli di AI: struttura, chiarezza, markup semantico, presenza di dati strutturati, leggibilità.
  5. La brand authority e l’ecosistema AI: se l’AI “impara” dal web – e una parte significativa del web è alla mercé di questi crawler – allora la qualità del vostro brand, del vostro contenuto, dell’esperienza utente diventa un fattore ancora più strategico nel lungo termine.

Quali rischi e quali opportunità

  • Rischi: perdita di controllo su come i vostri contenuti vengano utilizzati (es: generazione di risposte AI che riprendono i vostri articoli, magari senza rimando al sito). Possibile overscan e sovraccarico del server da parte di crawler attivi. Necessità di adeguarsi rapidamente a nuove pratiche di indicizzazione.
  • Opportunità: se il vostro sito è ottimizzato e ben strutturato, potreste ottenere maggiore visibilità anche in ambienti “AI-driven” oltre che nei motori di ricerca tradizionali. Potete differenziare il vostro contenuto come sorgente autorevole per questi sistemi. Potete sperimentare con formati che favoriscono l’accesso della “macchina” (AI) oltre che dell’utente umano.

Qualche suggerimento pratico

  • Verificate nel file robots.txt e nei meta-tag se state consentendo l’accesso a crawler generali e, se volete, a crawler AI.
  • Mantenete aggiornati sitemap.xml, dati strutturati (Schema.org) e markup semantico: ciò aiuta sia i motori tradizionali sia i crawler AI a comprendere meglio i contenuti.
  • Incrementate la qualità del contenuto: titoli chiari, introduzioni efficaci, testo ben suddiviso, uso di immagini e alt-text, e link interni coerenti.
  • Monitorate l’accesso al server: se notate attività insolite di crawler, potreste valutare l’uso di limitazioni o log-monitoring per gestire eventuali sovraccarichi.
  • Preparatevi a nuove metriche e nuovi canali di visibilità: ad esempio, considerare che un “risultato” AI che utilizza il vostro contenuto può diventare fonte di traffico, anche se non direttamente tramite il motore di ricerca classico.

Se vuoi restare aggiornato sulle trasformazioni del web, sulle tecnologie AI applicate al digital marketing e su come ottimizzare la visibilità del tuo sito aziendale, iscriviti alla nostra newsletter e controlla il nostro blog per approfondimenti costanti.

RESTA IN CONTATTO

Vuoi altre info?

Cosa fa esattamente il bot di OpenAI?

GPT Bot è il crawler di OpenAI che scansiona i siti web per raccogliere informazioni utili all’addestramento e all’aggiornamento dei modelli di intelligenza artificiale, come ChatGPT.

In che modo il superamento di Google da parte di OpenAI influisce sui siti aziendali?

Significa che le AI stanno diventando nuovi protagonisti della visibilità online: i contenuti dei siti possono essere letti, compresi e citati nei risultati generativi. La qualità e la chiarezza delle informazioni diventano quindi decisive.

Come posso preparare il mio sito per i bot delle AI?

Assicurati che i tuoi contenuti siano strutturati, aggiornati e accessibili, utilizza correttamente dati strutturati e sitemap, e controlla le autorizzazioni di crawling nei tuoi file di configurazione.