Uno sguardo sul futuro dei guest services

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Come ormai gli albergatori sanno, la strategia vincente per coinvolgere l’ospite e spingerlo a tornare è fargli vivere un’esperienza unica. Oggi la tecnologia può fornire il giusto supporto per raggiungere questo obiettivo. Vediamo insieme cosa stanno proponendo due dei più grandi player internazionali, Hilton e Marriott, soluzioni che sicuramente avranno un’impatto sull’intero settore.

Hilton ha aperto una “Innovation Gallery”, un incubatore e una vetrina per lo sviluppo dove la compagnia esplorerà il futuro dell’ospitalità e della guest experience.

La galleria, situata vicino al quartier generale di Hilton presso Hilton McLean Tysons Corner, è stata progettata dal LAB del Rockwell Group. Qui vengono esposte una varietà di tecnologie, elementi di design e dining concept, funzionalità ambientali ed esperienziali, come ad esempio Nightingale, un prodotto maschera-rumore, e Mural, una cornice di arte digitale personalizzabile.

I visitatori possono esplorare cinque esperienze coinvolgenti: una vetrina prodotto consente di interagire con nuovi prodotti fisici e virtuali; il Food & Beverage Concept Studio mostra gli ultimi esperimenti del F&B team; a Virtual Reality Stage presenta agli ospiti un tour virtuale dei nuovi concept, come le camere degli ultimi brand della catena, “Tru by Hilton” e “Canopy by Hilton”; la darkroom è dedicata alle tecnologie materiali che potrebbero migliorare qualità, sostenibilità e/o flessibilità nel design; e l’Innovation Theater servirà come spazio aggregante per brainstorming e collaborazioni.

I prodotti in mostra all’inaugurazione sono stati recentemente lanciati o sono in fase di test, e molti sono stati sviluppati attraverso partnership tra Hilton e aziende tecnologiche come IBM, LG, Amazon e Tesla. Jon Witter, chief customer officer di Hilton, descrive l’iniziativa come “il nostro spazio per incubare, testare, valutare e mostrare i prodotti e i processi che stiamo realizzando per rafforzare l’esperienza degli ospiti e ridefinire il futuro dell’ospitalità”.

Hilton sta, anche, provando in beta-test una “Digital Key” basata su smartphone e una stanza “smart” che riconosce l’ospite per offrire un’esperienza personalizzata e integrare il digital entertainment. Il colosso dell’hotellerie ha affermato che le smart room potrebbero essere disponibili già il prossimo anno.

Marriott, dal canto suo, ha lanciato la “Room of the future” high tech che, tra gli upgrade digitali, include una virtual assistant, una doccia “smart” attivata dalla voce, corsi di yoga proiettati su uno specchio a tutta altezza.

A differenza dell’approccio high-design della Gallery di Hilton, Marriott propone una lavagna vuota su cui ogni innovazione potrà brillare di luce propria.

Sul fronte dell’intrattenimento digitale si distingue ADB Global. L’azienda svizzera che si occupa di tecnologia per l’entertainment, sta investendo in intrattenimento basato sui device dell’ospite, sopratutto in boutique hotel e piccole proprietà dove le soluzioni digitali possono offrire una migliore opportunità per lasciare che il cliente si diverta con l’intrattenimento che preferisce.

Le soluzioni di digital entertainment della compagnia permettono agli ospiti di accedere ai loro propri contenuti da smartphone, tablet, laptop e altri dispositivi mobili proiettandoli nella TV della loro camera, attraverso Screen Casting. Inoltre propone applicazioni per la sicurezza, con la diffusione di avvisi di emergenza nei TV delle stanze, e che trasformano i monitor TV in player di campagne di digital marketing.

“Gli albergatori hanno scoperto che possono usare i sistemi IRE (In-Room Entertainment) per offrire molto di più che soli programmi TV” osserva Chris Dinallo, CTO & general manager di ADB vuTyme, “Le ricerche mostrano che una grossa fetta delle spese IT degli hotel il prossimo anno sarà usata per migliorare il coinvolgimento digitale del cliente. Visto che gli ospiti sono sempre più abituati ad accedere alle informazioni quando e dove vogliono, gli hotel devono investire in tecnologia che risponda a questi bisogni”.

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